sabato 15 febbraio 2014

L'information overload digitale fa male al vino? Forse Cotarella e Martelli non intendevano questo.

Si fa un gran parlare dell'ultimo editoriale di Cotarella e Martelli su l'Enologo che con il rilancio della rivista stessa, colgono l'occasione per scagliarsi contro l'information overload digitale del vino. A prima vista sembra un assedio nella torre d'avorio degli enologi, ma basta andare più a fondo nella lettura dell'articolo per capire che l'auspicio è nobile e forse molto più affine a diversi siti che fanno informazione di qualità: di fronte ad autostrade di informazioni, a piogge di tendenze, al moltiplicarsi dei trendsetter del vino, servono contenuti professionali e scientifici, confronti pacati ed allargati, altrimenti si finisce tutti in un cieco empirismo, peraltro necessario, ma sicuramente non sufficiente, soprattutto per chi vuole diffondere e "coltivare" una cultura del vino.

Per il resto non scomodiamo le categorie vetuste di apocalittici e integrati perché altrimenti rischiamo di finire tutti nella torre d'avorio a fare stupida teoria dei media digitali, quando il mondo digitale della comunicazione del vino viaggia a velocità supersonica.



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